mercoledì 3 giugno 2009

La sua Africa


Il viaggio tra i villaggi sperduti nella savana di Anna Vittoria Sarli, una giovane studiosa parmigiana, che ha lavorato per il progetto sanitario avviato in Senegal dal padre Leopoldo, chirurgo e docente alla facoltà di Medicina

(La Repubblica)

Dal diario di Anna Vittoria Sarli:
E’ tutto diverso! Dov’è l’emozione della prima volta? Ho trovato gli appunti scritti prima di quella partenza:“E' possibile creare dentro di sé il vuoto? E' possibile assorbire ogni sapore, ogni odore, ogni rumore, e lasciarsi colpire da ogni sorpresa?Ho sentito di gente che partiva per l'Africa "per toccare con mano la sofferenza". Ho percepito la forza con cui queste parole andavano a ferire nel profondo l'orgoglio degli Africani che le ascoltavano.Ora tocca a me partire per il Senegal, dove resterò due mesi.Perchè parto? Perchè sono pazzamente curiosa... Che suoni rimbombano per quelle strade? Chi incontrerò? Cosa ci scambieremo?Mi lancio verso un Senegal sognato, immaginato, ricostruito attraverso frammenti di racconti e letture. Ma che Senegal troverò sotto i miei piedi?Forse è impossibile creare dentro di sé il vuoto, e partire armati solo di rispetto e capacità di assorbire. Ma almeno voglio provarci.”Ora è tutto diverso. Dov'è il mio Senegal? Non lo trovo piu'.Nè nell'aggressività invadente di quegli uomini all'uscita dell'aeroporto: ognuno si dice tuo amico, e ti si butta sulla valigia imponendoti il suo aiuto... (Un modo come un altro per guadagnarsi la vita per oggi).Nè al Cauris, il nostro ostello di Dakar: troppa tranquillità, troppo riserbo tra le persone... Nessun incontro, nessuno scambio immotivato di sorrisi o di strette di mano...Forse colgo una scheggia di Senegal in taxi: i finestrini non si possono aprire causa assenza manopola, sensazione di fatica e caldo, frasi scherzose scambiate con l'autista, che non parla francese... Forse il Senegal c'è, ma per ritrovarlo ho bisogno di aprire tutti i miei pori... devo acclimatarmi alla comunicazione continua, allo scambio umano ininterrotto. Forse devo ancora sintonizzarmi per ricevere.
23 aprile 2009

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