giovedì 13 maggio 2010

Salone del Libro, Torino 2010: giorno primo.

Tra Terra Madre e un anno a impatto zero

Giovedì 13 Maggio 2010 17:55

Come salvare il pianeta? Basta partire da una vaschetta piena di terra e coltivare un ciuffo d’insalata o un pomodoro? Se ne parla in Storie di sviluppo sostenibile. Da Madre Terra a Impatto zero: è questo il titolo dell’incontro con Carlo Petrini e Colin Beavan, che dialogano in compagnia di Cristina Gabetti sul tema sempre attuale della sensibilità ambientale.

Apre il dibattito Gabetti, curatrice della rubrica eco-sostenile di Striscia la notizia: “Sono fiera di presentare i libri di questi due autori, date le mie origini piemontesi e newyorkesi. Terra Madre di Carlo Petrini, padre del movimento Slow Food, e Un Anno a impatto zero di Colin Beavan, scrittore americano e blogger, sono due lavori connessi, nei quali si parla di processi di produzione più umani e di un consumo a basso spreco. Ma se Slow Food parte dalla ricerca del piacere, l’esperienza di Beavan al piacere arriva come risultato finale”.

Colin Beavan ha vissuto infatti un anno dandosi letteralmente al risparmio e seguendo un ferreo programma di vita a impatto zero. Programma, al quale hanno aderito migliaia di persone su internet (noimpactproject.org) e che si articola in semplici punti: zero rifiuti, spostamenti che non implicano emissioni di CO2 (metro inclusa), cibo di qualità, rinuncia dell’energia elettrica, creazione di iniziative per la tutela ambientale.

“Se ripenso al mio esperimento, posso dire che oggi mi manca la calma e il tempo libero che ho ritrovato rinunciando ai passatempi americani per eccellenza, lo shopping e la televisione – ha detto Beavan – Oggi che viaggio per il mondo a darne testimonianza sono ritornato al ritmo frenetico tipico del consumismo e del modo di vivere legato al business, negli Stati Uniti come in Europa occidentale. Ho capito invece che è ora di rispettare la Terra perché è il nostro habitat e da lei dipendiamo. Non si deve considerare istituzioni o governi, ma se abbiamo una idea conviene agire”.

La storia di Beavan è stata spunto di riflessione per Carlo Petrini, che oltre a Slow Food – il movimento della calma per eccellenza – è anche il volto simbolo della rete internazionale Terra Madre (prossimo appuntamento ottobre 2010) che ha permesso di accorciare la filiera dalla produzione al consumo dei prodotti nel mondo: “Cultura alimentare significa conoscenza e sostenibilità del cibo, perché la produzione di cibo è la prima causa del disastro ambientale. Bastano i numeri: produciamo per 12 miliardi di persone e siamo solo in 7 miliardi, ma 1 miliardo di persone soffre di malnutrizione e ogni 6 secondi muore un bambino. In Italia invece buttiamo ogni giorno 4 mila tonnellate di cibo, 22 mila tonnellate negli Usa. Segno che lo spreco è parte del nostro vivere”.

Per Petrini è proprio l’abitudine al non spreco il vero piacere, perché non va considerato il basso prezzo, ma il valore intrinseco dei prodotti che arrivano sulla nostra tavola. L’insegnamento di Petrini coinvolge la platea: “Chi dei ragazzi presenti si dedicherà all’agricoltura? Solo due. Ragazzi venuti sul palco, siete i miei eroi. Sarà duro ma insistete per farvi rispettare. Ai vostri compagni invece chiedo adesso di aprire orti scolastici e riprendersi spazi verdi e in futuro di comprare ciò che produrrete, visto che da voi dipenderà il nostro Paese. Impariamo il rispetto dei contadini. Sarà il ritorno alla Terra”.

Arena Bookstock, ore 14, giovedì 13 maggio 2010

Giovanna Boglietti

2 commenti:

  1. questi sono argomenti interessanti su cui potrei dire la mia:
    per quanto riguarda l'impatto zero,nel mio piccolo (molto piccolo!:D) ho imparato a consumare meno grazie ad una esperienza capitatami durante le vacanze estive a casa mia al mare...mi sono trovato a stare 3 giorni senza acqua...una tragedia,ma allo stesso tempo ce l'ho fatta a sopravvivere con opportuni accorgimenti e a risparmiare,disponendo di 2 bidoni d'acqua che mi hanno permesso di lavarmi e quant'altro...esperienza "consigliabile"!!!!
    sul cibo:tra mio fratello che ha l'orto,noi che in famiglia facciamo l'olio,e la buona abitudine inculcataci a mangiare e non avanzare,direi che mi preoccupa sapere che ci sono bambini che nelle mense buttano via un tesoro prezioso che sfamerebbe chissà quanti bimbi meno fortunati,e questo perchè non hanno la corretta educazione alimentare...i criminali veri sono i genitori!!!!!!!!!

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  2. l'idea di spingere i ragazzi a coltivare l'orto e ad avere rispetto per l'ambiente e la natura, farà crescere in loro un po' di buon senso? serve essere pragmatica ma seri, rendersi conto della fatica per avere rispetto degli altri. E queste qualità mancano, perchè non abbiamo dovuto conquistarle!

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