venerdì 22 gennaio 2010

No Tav dell'altro mondo


Cantieri e carrotaggi, proteste e manifestazioni di contro-protesta; dall’altra parte, i lavori. E in mezzo le Alpi, che dividono anche questa volta, ora che il movimento No Tav della Val di Susa è tornato in azione e che i focolai di protesta francese sembrano storia vecchia.

“Non ricadrò per l’ennesima volta nella litania che ripete che sul versante francese regna il piattume assoluto”: scriveva così, solo qualche anno fa, uno degli attivisti del “Non au TGV Lyon-Turin”. Il movimento di protesta in Francia, lui, lo sentiva come appendice alle più accese rivendicazioni italiane e oggi forse ne sta avendo la prova. L’attenzione dei francesi sulle mosse dei No Tav in Val di Susa resta alta: ne hanno parlato Le Figaro come Libération, le seguono i giornali locali da Lione a Grenoble. Eppure, non vengono aggiornati da anni i siti dei collettivi, quali “Collectif lyonnais contro le TGV Lyon-Turin”, o di associazioni specializzate come l’Apsab (Association pour la Protection du Sillon Saint André Le Gaz Saint Béron concernant le projet ferroviaire du ferroutage Lyon Turin).

L’ultimo colpo di coda, in Francia, è stato quello delle associazioni Réagir et Vivre en Maurienne contro lo scavo di un secondo tubo all’interno del tunnel del Fréjus, nel cantiere del Tgv Lyon-Turin. “Halte à la mascarade. Basta con la pagliacciata”, è stato detto alla stazione di Modane il 14 novembre 2009, ma il presidio nei giorni successivi non ha avuto eco. Addirittura, in terra francese (Chambéry) la grande manifestazione No Tav del 2006 era stata organizzata dai valsusini: 6mila persone – ricordava La Stampa – ben pochi francesi e un solo sindaco presente, quello di La Chambre, Daniel Dufreney, che aveva detto disincantato: “Niente sollevazione di massa. Andrà come con la centrale nucleare: si farà, perché qui la maggior parte delle persone l’Alta Velocità la vuole”.

La voleva Jacques Villain, grenoblese, che nel 2006 postava su internet: “Le connessioni tra il Piemonte e la regione del Rhône-Alpes sono importanti per noi”. Oggi sono d’accordo quasi tutti, dicono i giornali, verdi e “gauche” compresi. In Savoia, a Saint Martin de la Porte, resta da completare il terzo tunnel esplorativo della Lione-Torino, dopo quelli di Modane e La Praz. Sono stati fatti finora 137 chilometri, senza stop. Alla Stampa solo una settimana fa Gerard Leras, a lungo presidente dei Verts, ha spiegato: “Un conto è essere ecologisti, un altro localisti. Non si può sempre dire di no”. Ad Avvenire Pierre Marie Charvoz, sindaco di Saint Jean in Maurienne, annuncia: “Diventerà la capitale del turismo. Voglio la Tav, ma sono pronto a scendere in piazza se lo Stato francese non ci darà i soldi per le infrastrutture collegate”.

La parola chiave è “demarche”: lo Stato francese ha pagato bene lo sgombero e la ricostruzione di territori ed edifici che sorgevano sulla linea ferroviaria; e se qualcuno s’è opposto, non ha fatto notizia. L’attenzione è rivolta ad altre tratte dell’Alta Velocità (Paesi Baschi e Sea), mentre per la Tav a muoversi è solo il cantiere del Tgv Lyon-Turin. Ci si ferma all’osservazione: “Peuple No Tav à Val di Susa samedi 23 janvier 2010”.


Giovanna Boglietti


2 commenti:

  1. sono perplesso...
    1)la TAV serve veramente?guardando a quella italiana e ai prezzi dei biglietti,direi di no...e poco importa il risparmio (minimo) di tempo
    2)ristrutturare l'attuale linea?servirebbe...anche in virtù di un migliore trasporto dei pendolari (vero settore dove vi è l'emergenza più seria:più treni,puntualità e pulizia)
    3)costo: perchè la TAV italiana costa il doppio-triplo nel costruirla rispetto ad altri paesi?vabeh risposta ovvia,c'è un magna magna anche della criminalità
    4)ambiente:c'è amianto sotto la val di susa?o è un no a prescindere?

    vorrei una TAV diversa...seria...veloce...
    ma soprattutto un generale trasporto ferroviario degno di questo mondo...
    forse i val susini si arroccano su questioni di principio,fatto sta che allo stesso tempo rappresentano un forte ostacolo forse unico in europa...

    ho parlato troppo? :)

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  2. Direi di no, L. E' pur vero che dall'altra parte si sono lasciati comprare, è pur vero che riguadagneranno tutto. Se, e solo se, la Val Susa mollerà il colpo. Gran parte del Pd e il Pdl remano insieme verso il Sì Tav.

    Può l'Italia escludersi dalle realazioni europee? Non saremmo italiani se non ci opponessimo per forza. ci vogliamo sentire meno europei di quel che siamo.

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