giovedì 24 giugno 2010

Australia: prima donna premier. La laburista è Julia Gillard.


Nessun figlio. Un compagno, Tim Mathieson, che di professione fa il parrucchiere. Un padre che dalle miniere del Galles si trasferì ad Adelaide, in Australia, per curare i problemi ai polmoni, dei quali Julia ha sempre sofferto. E il sogno nel cassetto di diventare professoressa, che fu accantonato per richiesta di un’amica: “Julia, tu sei portata per il dibattito, ti vedrei bene a studiare diritto”.


Detto fatto. Julia Gillard non è solo diventata avvocato: da questa mattina, è lei a occupare il posto di premier del governo australiano. Una donna al comando che ha alle spalle una lunga gavetta, a partire dal 1987 quando si laureò all’Università di Melbourne per poi muovere i primi passi nel diritto in ambito industriale. Labor Club, Australian Union of Students, l’organizzazione Socialist Forum, il Ministero Ombra per la popolazione e l’immigrazione (2001-2003) e in seguito per la Salute (2003-2006). Fino al 2007, l’anno delle elezioni vittoriose per il Labor Party. Gillard è ministro di tre portfolios: Minister for Education, Minister for Employment and Workplace Relations, Minister for Social Inclusion. In sostanza, Ministro per l’Educazione, carica per la quale ha stretto ancora di più i rapporti con Washington, per un progetto comune.


Prima donna premier nella storia dell’Asutralia, ha vinto il confronto con l’ex primo ministro Kevin Rudd, che aveva indetto un “leadership spill” (causa calo di consensi), per verificare l’appoggio del partito laburista al governo. Sfida suggerita con pragmatismo tutto femminile proprio da Julia Gillard: “Le cose vanno risolte in fretta”. Risolte o rivoluzionate, come in questo caso: Gillard affascina giornali e social network (Facebook e Twitter ancora protagonisti, ma Julia raccomandò già la "cura" dei media alle Labor Women con la fondazione EMILY'S List) ha già giurato e governerà l’Australia fino alle prossime elezioni, che potrebbero essere anticipate per consentire agli elettori di scegliere direttamente il loro nuovo premier.


Un assestamento “ballerino”, che vede le donne in politica come in altri ambiti ricoprire ruoli di leadership solo a tempo determinato. Ma dalle donne determinate bisogna guardarsi le spalle. Lo insegna la stessa Gillard, che si è distinta per merito: nel 2007 era stata eletta prima donna vice primo ministro, ma a poche settimane dalla nomina, ha potuto sperimentare l’esperienza da premier per alcuni giorni sostituendo Rudd, impegnato nella conferenza sul clima dell’ONU organizzata a Bali.


Occhio alle donne: mentre in Italia ancora si discutono liste costruite con (pochi) volti femminili di facciata, nel mondo la posta in gioco è alta. Oggi è tempo di Julia Gillard, l’altro giorno lo è stato per la doppietta finlandese Mari Kiviniemi (primo ministro) e Tarja Kaarina Halonen (presidente della Repubblica), un anno fa si parlava del primo ministro ad interim d’Islanda Johanna Sigurdardottir. Storia recente, storia rosa.



Giovanna Boglietti

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