giovedì 17 dicembre 2009

Prospettive... a colori


New York Times razzista? A lanciare l’accusa è la blogosfera – soprattutto conservatrice - che l’anno scorso rimproverò il quotidiano newyorchese di avere contribuito in maniera determinante ad eleggere il primo presidente nero nella storia della Casa Bianca. Nel mirino dei critici è la prima guida al regalo per gente di colorepubblicata sul popolarissimo sito web del giornale.


Sotto la categoria “Of Color/Stylish Gifts”, la reporter afro-americana del Times Simone S. Oliver propone una vasta gamma di consigli per gli acquisti ad afro-americani. Dal “Mocha Manual to Military Life”, una guida per mogli, fidanzate di militari o soldatesse nere, alla t-shirt “Wise Latina”, in omaggio alla giudice della corte Suprema Sonia Sotomayor (indiani e ispanici rientrano nel mix).

E dal prodotti per capelli crespi “HairRules” a “Baby Jamz”, creata dal padre e dalla sorella di Beyoncé, “la linea di giocattoli interattivi hip hop”, per arrivare alla linea moda Mataano (gemelli in somalo) di Ayaan e Idyl Mohallim gemelle omozigote che il New York Times categorizza come “l'alternativa nera alle stiliste bianche per teen-ager Mary Kate e Ashley Olsen.

L’elenco è stato tacciato di razzismo dal sito conservatore Newsbusters mentre il blog liberal Gawker l’ha definito “una celebrazione del presupposto razzista secondo cui la ‘gente di colore’ è diversa e ha gusti diversi". Mediaite mette in discussione la procedura seguita dal Times e il fatto che la lista abbia avuto il via libera dai responsabili del giornale: "non riusciamo a capire la logica dietro la separazione tra regali per neri e regali per bianchi”, scrive.

“La nostra guida mira ad offrire delle idee ad una vasta gamma di pubblico, aiutandolo a fare scelte intelligenti e informate”, si difende la portavoce del New York Times Diane McNulty. E mentre Newsweek si schiera col Times (la lista è stata fraintesa: non è affatto una ghettizzazione), le critiche non hanno risparmiato la redazione del quotidiano. “Sono rimasto di stucco”, rivela un reporter del Times che chiede di restare anonimo, “Sembra che tutto il fiume di inchiostro che abbiamo versato a decantare l’America post-razziale dell’era Obama sia stato digerito da tutti tranne che dal nostro stesso giornale”.

(Il Corriere della sera)

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