venerdì 12 febbraio 2010

Protezione Virile: perché i potenti hanno bisogno delle prostitute?

Ecco, per esempio quando leggi questa intercettazione: "Sono Guido, buongiorno...Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse...Io verrei volentieri, una ripassatina". Ecco, proprio quando leggi queste parole: come mai non ti viene mai in mente che si riferiscano a una "massaggiatrice di mezza età", come ha provato a spiegarci con la sua proverbiale genialità inventiva Silvio Berlusconi? Perché resti perplesso quando Bertolaso ti racconta di "una grande professionista che mi aiutava a risolvere quell’enorme stress dal lavoro che facevo?". Perché persino il nome dell’imprenditore che fa da intermediario – Anemone – assume una sonorità da teatro plautino, una suggestione da tragedia greca, da maschera grottesca? Poi di contorno arrivano altre figure mitologiche: le brasiliane, le vergini rallegratrici, persino qualche mediatrice che riaffiora dall’immaginario arcaico del Cacao meravigliao.
Se quello che i magistrati ipotizzano fosse vero, se le risate sciacallesche sulle macerie e sui cadaveri non sono un incubo, la domanda che ritorna, ancora una volta è: perché il potere ha questo frenetico bisogno di infilarsi dentro il letto del sesso mercenario? C’è qualcosa che si ripete sempre uguale, da qualche anno a questa parte: donne pagate, donne offerte, donne (ma se serve anche trans e uomini) usate come antistress, come carne da macello. Inchiesta di Vallettopoli, anno di grazia 2006. Un certo Giuseppe chiama il portavoce del ministro degli Esteri: "Ti mando Stella: piccola ma carina. Compatta. Come una Smart. 22 anni. È roba fresca”. Altra telefonata. Il direttore delle risorse umane della Rai, Giuseppe Sangiovanni parla di Maria Monsè: "Una bella porcella".
E poi la trans Natalie che racconta gli incontri di Piero Marrazzo con Brenda: "Era una cosa a tre, io non andai”. Estate 2009, il sistema Tarantini. Dalle indagini risulta che una escort Terrì De Nicolò, è pagata per prostituirsi con gli amici di "Gianpi". Sia con il vicepresidente della regione Puglia Sandro Frisullo (di centrosinistra) sia a Palazzo Grazioli. A Frisullo la casa la offre – gentilmente – un collaboratore: un territorio amico. Negli altri casi ecco i centri benessere, che diventano subito le nuove oasi ristoratrici della contemporaneità. >È un cerchio strano che si chiude ogni volta. Il tarantinismo, ben prima di Patrizia D’Addario (leggersi il suo Gradisca, presidente per credere) restituisce una nuova vita alla figura del procacciatore, e all'idea della preda sessuale che viene consegnata al sovrano già doma. Allora la prima domanda che ti fai è: perché i potenti ci dovrebbero stare? Quale bisogno soddisfano, e quale debolezza scandagliano le arti dei procacciatori? Molti ripetono l’argomentazione difensiva prediletta: "Ma come! Sono uomini così belli e desiderati, che bisogno hanno di una prostituta?". E invece un bisogno c’è. Hai sempre fretta, sei terribilmente stressato, hai pochi tempi morti nell’agenda del palmare. Devi riempirli appena si liberano. Non devi lasciare tracce. Non devi avere implicazioni sentimentali, strascichi. Non devi accendere una relazione con una figura autonoma, che confligge con la famiglia di riferimento, che spesso – anche in contemporanea – deve essere impegnata nella rappresentazione della drammaturgia istituzionale.
Escort è una parola più comoda, asciugata al senso etimologico: la scorta, l’estrema protezione del segreto, la corroborazione curativa del corpo. Non più il corpo del politico, il sottosegretario, il presidente. Ma il capo, il sovrano che deve ristorarsi.
Se è così, però, il capo-semidio, non può sporcarsi le mani con il denaro. Non può distruggere il sogno mettendo mano al portafoglio. Il ruffiano che paga, diventa essenziale perché cancella la traccia e il senso di colpa. Perché ricostruisce l’illusione del dono sessuale-votivo offerto al principe in virtù del suo carisma. La Protezione virile si sostituisce a quella civile. Meno male che ci sono le intercettazioni: ancora per un po’ Anemone resta un cognome, e non un mito.

(da "Il fatto quotidiano")

3 commenti:

  1. che dire?
    se parlassimo di un uomo giovane,bello,single,intraprendente,di successo,non dico che sarebbe giusto,anzi!ma probabilmente desterebbe meno scandalo,anche se un uomo così non avrebbe bisogno di PAGARE una donna...le attirerebbe gratis...
    qui parliamo di bavosi coetanei di mio padre,sposati padri di famiglia che vanno a cercare una cura al loro stress,dimenticando doveri e gioie coniugali...e ciò mi fa venire la nausea!!!!

    altra considerazione:il linguaggio!sono carne da macello?probabilmente si,per loro...coetanee delle loro figlie!però!!!e se le loro figlie facessero altrettanto????

    prendendo spunto dal post sul corpo delle donne,ripeto:non sono un santo,anzi...ho avuto svariate storie in passato,dalle brevissime alle meno brevi...e solo perchè ho sfruttato la simpatia e il rispetto della persona,che mi hanno non solo permesso di trascorrere piacevoli serate in quel senso,ma COSA PIU' IMPORTANTE di chiaccherare,conoscersi,scambiarsi opinioni,punti di vista,senza cadere in un linguaggio eccessivamente volgare...e senza "pagare"!!!!
    pare utopica una cosa di questo tipo?evidentemente si,ma dato che non si vuole lasciare traccia,meglio affidarsi a mani esperte di ragazze (?) che in cambio cosa vorranno mai?
    bell'esempio di mascolinità e femminilità che ci sono in giro!!!!!!!!!!!

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  2. la cosa che aggiungerei è la seguente: possono una carriera, una vita impegnativa, dei ritmi frenetici ribaltare il valore dei sentimenti umani? ormai tutto ha una scadenza, anche una persona. e non rimane altro davvero che una carriera.

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  3. cosa triste...molto.
    sembra quasi che sia applicata la garanzia pure ai sentimenti...tot anni,grado di usura,ecc...
    La carriera?cosa bella...ma io credo ancora che ci debba essere il sentimento...ci credo eccome,voglio,devo,posso crederci!

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