venerdì 9 luglio 2010

"Acciaio": perché tutto è ancora possibile.


Caso letterario o fenomeno mediatico. Come sempre, la semplificazione è dietro l’angolo quando si parla o si scrive di un successo. Così, la critica e il pubblico si spaccano, contendendo alla propria metà la definizione da regalare ad “Acciaio”, il romanzo che si è classificato al secondo posto al premio Strega 2010. L’autrice è Silvia Avallone, una donna giovanissima (classe 1984) e – aggiungo con orgoglio da campanilista – biellese d’origine, ma bolognese d’adozione.


Biella, composta come d’abitudine, non sembra volersi schierare. Assiste incuriosita e chiacchiera del fenomeno che la vede protagonista, da lontano. Ha dato i natali a una scrittrice che ha venduto migliaia di copie e si è aggiudicata un titolo unico per la città: nessun biellese era mai arrivato alle selezioni e poi alla finalissima dello Strega. Prima del prestigioso verdetto Silvia Avallone veniva considerata la favorita e molti affiancavano la sua impennata professionale a quella dell’altrettanto giovane esordiente, e piemontese, Paolo Giordano (“La solitudine dei numeri primi”, Mondadori).


In città, le vetrine sono orfane del romanzo, ma verranno sicuramente riallestite. Si scrive e si intervista Silvia Avallone. La si aspetta, probabilmente per il mese di agosto, secondo quanto riportato in un articolo de La stampa, sezione locale di Biella e Vercelli.


“Acciaio” piace al pubblico ed è piaciuto molto alla giuria del premio Strega. Ne si loda la storia, la delicatezza e la forza della descrizione di un reale che la poetessa conosce bene: la vita operaia attorno a una centrale produttrice di lamine di acciaio a Piombino. Il sindaco e qualche abitante non ne sono entusiasti, si rammarica Silvia Avallone in una intervista ad Affaritaliani.it ma lei sostiene di avere l’appoggio dei lavoratori che quella realtà la conoscono bene. Opinionisti illustri mettono un freno alle aspettative, a partire dallo stile “acerbo” di Avallone. C’è poi chi come Marco Belpoliti sulla Stampa nazionale è convinto si stia trattando di un’ottima impresa di marketing da parte della casa editrice Rizzoli: “È ciò che si può chiamare «effetto-Giordano», ovvero un caso da manuale di marketing: far vincere un importante premio letterario, lo Strega, a un debuttante con un romanzo che parla di bambini, ragazzi o, come nel caso della Avallone, di adolescenti vorticose, casalinghe sfatte, adulti in canottiera, un po' malavitosi e un po' operai di fonderia, quello che vorrebbe essere il perfetto ritratto della Italia contemporanea dannata e perdente, l'Italia della televisione berlusconiana”.


Andrebbe sottolineato un particolare sul quale ci si è soffermati molto poco e che è emerso soltanto in modo evidente durante l’intervista che Avallone ha rilasciato a Serena Dandini (puntata di “Parla con me”) prima ancora che il suo romanzo fosse sbarcato nella librerie. Vale a dire come sia nato il successo di “Acciaio”: semplicemente per posta. Basta il talento. Avallone ha mandato alcuni capitoli del romanzo e, dopo soli quindici giorni, ha ricevuto il sì della casa editrice. Segno che storie come la sua sono ancora possibili, anche in un mondo chiuso e affaticato come quello dell’editoria. Anche per questo si dovrebbe scrivere di “Acciaio”, spiraglio di luce per chi - esordiente - coltiva sogni con la propria penna.


Giovanna Boglietti

3 commenti:

  1. probabile che lo si leggerà...tra l'altro "la solitudine dei numeri primi" di giordano mi era piaciuto parecchio...

    p.s. queste biellesi che scrivono,scrivono,scrivono............... ;-P

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  2. Caro L., Biella si scopre terra di scrittori! :)

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  3. e io che ci venivo per comprare vestiti...basta con gli stereotipi,direi :)

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