"For years, it didn't occur to me that there was for anything to tell about abortion. The opposite. There was much to forget"
Quindici volte. Perdere un figlio quindici volte per volontà di un marito che si definiva "femminista". Ma soprattutto a causa dell'incapacità di difendere la propria maternità. Mentre in Italia si dibatte sul senso della pillola abortiva Ru486, da oggi somministrata a quattro donne all'ospedale Sant'Anna di Torino, negli Stati Uniti il dibattito cresce attorno al libro di Irene Vilar, tradotto in italiano con il titolo "Scritto con il mio sangue".
"Impossible motherhood", maternità impossibile, racconta di un passato che Vilar, bellissima portoricana di quarant'anni, ha superato con un secondo matrimonio e la nascita di due bambine. La sua storia inizia da giovanissima, con l'infatuazione per un docente universitario molto più grande di lei, che la sposa. Un uomo convinto che la maternità leghi la libera espressione della donna e che, per quindici volte, l'ha obbligata all'aborto.
Sul suo sito Internet, Irene Vilar chiede trasparenza e impegno a chi voglia affrontare il dibattito sull'interruzione di gravidanza. L'invito è uno solo: "Rompere il silenzio, parlare onestamente".
se questo si chiama femminismo...pure un docente universitario?e che insegnava questo genio? a me sembra che femminismo significa ANCHE maternità,un "naturale" frutto dell'amore tra 2 persone e perchè no anche una realizzazione di sè,di Donna e di Uomo...essere madre,più femminismo di ciò cosa può esserci?molto,sicuramente...non è che tutti possono e vogliono essere genitori,e ci sono donne che si sentono tali pur non avendo bimbi...è anche giusto.
RispondiEliminae meno male che 2 bambine le ha avute...auguri a questa donna per tutto! :)
a volte non possiamo far altro che proteggerci da soli, bisogna essere forti abbastanza! lei alla fine lo ha capito.
RispondiElimina