Si dice che la crisi non guarda in faccia a nessuno, ma domani forse dovrà arrendersi. Perché domani, a sfidarla, saranno i giovani, quelli che il suo sguardo magari non l’hanno ancora incrociato davvero, ma che non hanno paura di farlo. Per questo, i ragazzi di tutta Italia hanno prestato il loro volto e le loro parole alla causa della Fotopetizione nazionale “Un urlo contro la crisi”, organizzata dai giovani della Cgil, in vista dello sciopero generale del 12 marzo, con la collaborazione di Unione degli Universitari, Rete degli Studenti Medi e Unione degli Studenti.
La Fotopetizione è partita il 27 febbraio e ha coinvolto studenti e giovani lavoratori che si sono fatti scattare una foto con un fumetto per esprimere la propria condizione lavorativa. Una galleria fotografica di ansie, serie difficoltà e aspettative ha così preso vita dapprima nelle piazze di 10 città italiane – da Roma a Napoli, da Perugia fino a Torino – e continuerà sino a domani su internet, all’indirizzo del gruppo Flickr “fotopetizione un urlo contro la crisi”, dove è possibile scaricare parte delle migliaia di testimonianze raccolte. La Cgil Piemonte a Torino, dove gli scatti in piazza sono stati fatti nel pomeriggio del 27 febbraio in Largo Saluzzo, si aggiudica il quarto posto nella lista dei collaboratori più “meritevoli” con quasi sessanta fotografie, subito dopo la Cgil di Roma e Lazio (93), l’Udu di Palermo (84) e la Cgil Umbria (80).
“Abbiamo impresso l’urlo collettivo” spiega Ilaria Lani, responsabile politiche giovanili della Cgil Nazionale “Porteremo queste rivendicazioni in piazza, per farle sentire a chi ha in mano il loro futuro”.
La Cgil non si è fermata però alla Fotopetizione, ha steso infatti una “Agenda anticrisi per i giovani”, costruita attorno a sette punti fondamentali: un buon lavoro e una buona retribuzione, un contratto sicuro, un sapere rivalutato, un reddito per i periodi di non lavoro, una casa a basso costo, una pensione certa. L’ultimo punto riguarda la ricostruzione della rappresentanza sindacale a partire da “una nuova leva di giovani delegati”, un’attenzione che tocca il mondo giovanile non solo fuori ma all’interno del sindacato stesso.
Spiega Ilaria Lani: “Il rapporto con le realtà studentesche di ispirazione sindacale è stato coltivato fin dalla loro nascita, nel 1994. Da un anno abbiamo pensato a uno spazio specifico per i giovani all’interno del sindacato, per far emergere la sensibilità di una generazione per lo più esclusa dal mondo del lavoro. Una priorità che non vuol dire creare una struttura giovanile perché non avrebbe senso, dato che l’organizzazione sindacale è a livello contrattuale con strutture di categoria o territoriali. Chi è precario non partecipa al sindacato perché spesso non gode dei diritti sindacali minimi, come quello a votare i delegati o a riunirsi in assemblea. Il mondo del lavoro è cambiato, si va destrutturalizzando e oggi fare sindacato è più complesso. È anche vero che il sindacato stesso, in passato, è stato poco capace di pensare a una struttura per ricucire lo strappo con le nuove generazioni. Si stanno muovendo i primi passi”.
Giovanna Boglietti
Futura (www.futura.unito.it)
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